La storia
La leggenda è molto bella, ma anche la storia, abbastanza complessa, rivela il fascino che il piccola Santuario, in cui è venerata l´immagine di Santa Maria, emana per ogni pellegrino che qui viene a sissetasi per irrobustire la sua fede.
594
Un documento del "Regesto Sublacense", datato nel VI secolo, dichiara la proprietà del luogo da parte dei monaci Benedettini di Subiaco. In esso si parla della donazione del patrizio Tertullo a S. Benedetto, donazione confermata dal Papa S. Gregorio Magno il 28 giugno 594:
<<Et confirmo cartulam quam fecit Tertullus patricius de tuscolana et de lacu fuliano cum ecclesia sancti donati et cum turre cum colonis et colonabus suis et sancta maria in surriscu usque in mare>> ("Registo Sublacense": documento 216)
La scrittura di quel documento però, nell’edizione critica del “Regesto Sublacense” a cura di allodi e Levi (1885), si dice che è del XII secolo.
Tuttavia una documentazione ritenuta autentica permette di affermare che i monaci Benedettini abitarono in questo monastero prima del X secolo.
Nei “Dialoghi di S. Benedetto”, attribuiti al Papa S. Gregorio Magno (590-604), si racconta che S. Benedetto (480-547) inviò personalmente a Terracina due monaci per costruire un monastero. Ben presto lungo il litorale pontino sorsero diversi monasteri (ancora oggi uno dei 4 laghi costieri è denominato “Lago dei Monaci”).
Forse i monaci avevano costruito anche un altro monastero sul lago di Paola, più vicino al Monte Circeo, sui resti di ruderi romani (la Casarina), e poi, per motivi a noi sconosciuti, l’abbandonarono, conservando quello della Sorresca.
997
In un documento del X secolo (28 aprile 997) il santuario appare come un punto di confine dei possedimenti dell’abbazia di Subiaco, che l’abate Benedetto concesse a terza generazione a Giovanni figlio di Demetrio:
<<Posito patrimonio Appie miliario ab urbe Roma quinquagesimo terzio et a terzio latere ducente per eadem via usque dum recte remeante inter caput laci et surisce>>. (“Regesto Sublacense”: documento 51)
1051
Nel 1051, dopo una controversia, Pietro, abate di S. Maria dell’Aventino, rinunciò al possesso di S. Maria della Sorresca a favore di Umberto, abate di Subiaco.
<<Refutatio et investimentum quod factum est domini leonis noni pape de ecclesia sancte mariae in surisco in lateranensi palatio ad abbatem umbertum de monasterio sancti benedicti in subiaco … ubi conuicit abbatem petrum sancte marie de monte aurentino per privilegia pontificum et precepta imperatorum>>. (“Regesto Sublacense”: documento 203)
Anche la scrittura di questo documento di dice che è del XXII secolo.
XXII secolo
Abbiamo un elenco di chiese e abbazie appartenenti all’abbazia sublacense:
<<Hac sunt nomina ecclesiarum quas in monasterio sancti Benedicti sublacensis a nonnullis fidelibus per diuersis provinciis collat … in surrisco ecclesia sancte marie>>. (“Regesto Sublacense”: documento 183)
Nel XIII secolo il Santuario apparteneva ai monaci Basiliani di Grottaferrata, i quali ne conservarono il possesso per alcuni secoli, dandolo in enfiteusi.
1211
Il 2 agosto 1211 i Cavalieri Templari furono condannati con sentenza di Papa Innocenzo III a pagare un canone annuo di 30 soldi a favore dei suddetti monaci.
<<Fratribus Militiae Templi de Aventino. Examinata causa, quae inter vos ex una parte, ac dilectos filios Abbatem et monachos Cryptae Ferratae ex altera, super ecclesia sanctae Mariae de Sorresco cum pertinentiis suis … quod habere videbantur in eis ita, quod vos triginta solidos provenientium senatus, census nomine annuatim eisdem in festo Assumpionis beatae Mariae persolvatis in Urbe>>. (Acta Innocentii PP.III 1198-1216 vol. II pag. 406 – Tipografia Poliglotta Vaticana 1944)
1259
Nel 1259 i Templari fecero una permuta con Giordano Pironti, cedendo il Circeo con il “tenimentum ad Sanctam Mariam de Surresca”. Papa alessandro IV confermò la permuta, ricordando le pertinenze del monastero di Grottaferrata.
<Sanctam Mariam de Surresca…
Hoc acto quod tu et eredes tui annin singulis solvere teneamini triginta solidos proveniens monasterio Cripte Ferrate prout fratres ordinis pro Sancta Maria de Surresca et eius pertinentiis solvebant>>. (G. M. De Rossi: “Il Circeo” De Luca Editore Roma 1973, pag. 174)
1301
Pietro Caetani acquistò da Riccardo degli Annibaldi il castello di S. Felice e il luogo chiamato “S. Maria de Surresca”, acquisto confermato da Papa Bonifacio VII.
<Sancta Maria de Surresca et cum monte Cercey>>. (G. M. De Rossi: “Il Circeo” De Luca Editore Roma 1973, pag. 181)
La famiglia Caetani mantenne il “tenimentum”, con alterne vicende, fino al 1713.
1506
Il 9 febbraio Guglielmo Caetani si recò in solenne corteo alla Chiesa di S. Maria della Sorresca per prendere di nuovo possesso degli antichi possedimenti della sua famiglia.
<<Lo excellente signor Guglielmo Gaytano de Sermoneta, condutto personalmente nel territorio suo de Sancta Felice, in loco dove se dice la Fontana de Surrescha… secondo per la licenza et facultà li è stata concessa per la santità de nostro signiore papa Iulio seconno, come per su breve amplamente costa>>. (G. M. De Rossi: “Il Circeo” De Luca Editore Roma 1973, pag. 191)
1718
In quell’anno subentrò la Reverenda Camera Apostolica. Mentre le famiglie nobili si occupavano del “tenimentum” e del pescosissimo lago, un tempo denominato “Lago di S. Maria”, poi “Lago di Paola”, oggi “Lago di Sabaudia”, il popolo di S. Felice, stremato da guerre, fame e pestilenze, rivolgeva il suo sguardo fiducioso alla bella statua della Madonna, dalla quale si sentiva protetto.
1798
Nei secoli XVI – XVIII sorsero in S. Felice alcune Confraternite, tra cui quella dedicata a “S. Maria della Sorresca”, che nel 1798, durante l’invasione delle truppe francesi, prese in mano le sorti del Santuario e ancora oggi, con rinnovato spirito, cura le celebrazioni liturgiche e la manutenzione del Santuario.
1934
Viene fondata la città di Sabaudia, il cui centro è a meno di un chilometro dal Santuario. Il turismo, cresciuto notevolmente negli ultimi tempi, ha contribuito a far conoscere anche all’estero il Santuario, senza peraltro mutare la tradizione, che conserva inalterate le caratteristiche dei secoli passati.
1967
Negli anni sessanta la Confraternita di Santa Maria della Sorresca, a cui appartiene il Santuario, ha ritenuto urgente procedere al restauro della Chiesa: il soffitto a volta, che mostrava crepe e minacciava di crollare, è stato sostituito dalle capriate; è sta chiusa l’ampia porta laterale, aperta di recente, per permettere la partecipazione dei fedeli alla Messa il giorno della festa dal piazzale, e sono state riportate alla luce alcune finestrine monofore in alto. Inoltre l’altare, appoggiato alla parete, è stato sostituito con un nuovo altare rivolto al popolo e distaccato dalla parete. Tutto ciò è avvenuto sotto il rigido controllo delle autorità preposte alla tutela dei beni artistici e storici del Lazio. Durante il periodo dei lavori occorreva chiudere la chiesa al culto e il 25 ottobre 1967 la statua di S. Maria della Sorresca è stata portata provvisoriamente a S. Felice Circeo, nella nuova chiesa di S. felice Martire.
1969
Il 25 maggio, festa della Pentecoste, S. E. Mons. Arrigo Pintonello, al termine della Dedicazione della nuova chiesa di S. Felice Martire, ha incoronato nella piazza cittadina la statua della Madonna della Sorresca con le corone benedette qualche giorno prima, il 21 maggio, dal Papa Paolo VI, durante la consueta udienza del mercoledì. Il giorno seguente il ritorno nella chiesetta restaurata. Prima di rientrare al Santuario la statua è stata portata nella chiesa della SS. Annunziata a Sabaudia, per la celebrazione della Messa presieduta dal Vicario Generale della Diocesi Mons. Vincenzo Natalini, con la partecipazione di molti fedeli e dei Sindaci di Sabaudia e di S. Felice Circeo. Da questa data il Santuario è sempre più meta di pellegrinaggi durante l’anno.
1975
Il pellegrinaggio è diventato mensile. E’ da ricordare, tuttavia, che durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra il Santuario era meta di piccoli gruppi, specialmente di donne – madri e mogli – che andavano più volte durante l’anno ad implorare la fine del conflitto e il ritorno dei prigionieri di guerra. Negli anni successivi, inoltre, durante l’estate alcuni Sacerdoti, originari di San Felice Circeo, organizzavano un pellegrinaggio al Santuario.
1985
Dal 13 gennaio viene celebrata la Messa ogni domenica.
1989
Con Decreto Vescovile del 24 aprile 1989, la Confraternita di S. Maria della Sorresca ha avuto un nuovo riconoscimento giuridico e uno statuto rinnovato (il precedente era del 24 aprile 1904). Il riconoscimento canonico è stato convalidato civilmente presso la Prefettura di Latina sul Registro delle persone Giuridiche (15.4.2002, n. 2).
1991
La festa liturgica di S. Maria della Sorresca è stata inserita nel calendario “Proprio della Diocesi”. Il 29 settembre il Papa S. Giovanni Paolo II ha indicato “il tempio di S. Maria della Sorresca” come uno dei tre Santuari Mariani della Diocesi.
1993
Il 19 febbraio la Statua di S. Maria della Sorresca è stata portata a Roma per essere restaurata presso lo studio del Dott. Maurizio De Luca, Ispettore ai Restauri dei Musei Vaticani e, al termine, è sta presentata alla venerazione del popolo come era il origine, senza le vesti aggiunte.
1995
I due sindaci di Sabaudia e di S. Felice Circeo, con i gonfaloni delle due città, hanno ripreso la bella consuetudine, verificatesi nel 1969, dando inizio alla tradizione di partecipare alla processione nel tratto urbano di Sabaudia e alla Messa nel piazzale del Santuario.
2003
Domenica 13 luglio si è svolto presso il Santuario il primo incontro diocesano della Confraternita. Dopo la processione per le strade di Sabaudia ha avuto luogo la celebrazione della Messa presieduta dal Vescovo Diocesano Mons. Petrocchi nel piazzale del Santuario.